L’acqua è una risorsa dal valore inestimabile per l’uomo, ma il 97% di quella presente sulla Terra si trova negli oceani e, in quanto salata, è più difficilmente utilizzabile. Il 2% è invece intrappolato nei ghiacciai e nelle calotte polari. La rimanente acqua dolce, quella usata dall’uomo, è solo lo 0,5%, ed è rappresentata dall’acqua di superficie dei laghi e dei fiumi, e da quella che scorre sottoterra nelle falde acquifere e riemerge per mezzo dei pozzi o delle sorgenti.
Il 60% di tutta questa acqua, in Italia, viene utilizzata per l’agricoltura.
Da più di cinque secoli la Pianura Padana, il territorio principale della risicoltura italiana, è occupata dalle risaie che, in primavera, si ricoprono d’acqua, trasformando l’intera zona in un ‘mare a quadretti’. L’acqua è infatti un elemento essenziale per lo sviluppo della pianta del riso.
Risaie allagate attorno alla Tenuta Colombara
E la storia del riso nel Vercellese è legata proprio alla disponibilità della risorsa idrica dei ghiacciai e nevai alpini, e alla particolare conformazione geomorfologica dei terreni caratterizzati da un sottofondo argilloso, quindi impermeabile.
Nei mesi di aprile e maggio le risaie vengono sommerse, utilizzando le acque derivanti dalle precipitazioni primaverili e dallo scioglimento delle nevi. Acque che altrimenti, sfocerebbero in mare senza alcun beneficio.
Usare così tanta acqua può sembrare uno spreco, ma la presenza delle risaie aiuta a mantenere alimentato il ciclo idrico di questo territorio: le risaie sommerse sono come un’enorme spugna di 300.000 ettari che trattiene l’acqua, e lentamente, alimenta i campi, i fossi, i canali, ma anche le falde sotterranee. L’acqua di una risaia viene rimessa in circolo e riutilizzata per più volte e, infine, restituita ai fiumi dai quali era stata prelevata e ai quali era comunque destinata.
Le risaie inoltre sono considerate come una vera e propria oasi naturale, alla base di un habitat che ha come protagonisti insetti, molluschi, rane, pesci e uccelli, tra cui molte specie migratorie che trovano in questo ambiente, il luogo ideale per trascorrere alcuni mesi.
Libellula Calopteryx splendens su una pianta di riso
La sommersione crea dunque non uno spreco, ma un accumulo di acqua, il bene più prezioso che le risaie custodiscono durante i mesi più caldi preservando l’ambiente.